“A volte, per chi si occupa di comunicazione, capitano delle occasioni irripetibili: le opportunità creative che scaturiscono dalle circostanze sembrano fatte su misura per i contenuti e i messaggi da veicolare. Quando ho iniziato a pensare al progetto grafico di Aritmia avevo appena saputo dell’imminente chiusura della storica sede del Circolo Arci molfettese.
Ero stato per diverso tempo un socio attivo del circolo e membro del direttivo e sapevo bene che si trattava ormai una scelta obbligata, negli anni la necessità di “trovare la propria strada” aveva costretto molti di noi a fare un passo indietro con l’associazione, per tentarne uno in avanti con la propria vita. Ero comunque molto amareggiato. Ricordo di aver pensato alla fine di una conversazione: “E’ andata così, Amen”.
Ma l’amarezza lasciava spazio all’urgenza di parlare alla città, di far riflettere, di condividere esperienze, di scuotere e motivare noi stessi, perchè eravamo coinvolti in prima persona nel senso della citazione “Da qua se ne vanno tutti” scelta come fil rouge di Aritmia. Amen si è rilevato l’acronimo della nona edizione del festival, una coincidenza impossibile da ignorare. Ero consapevole del rischio di apparire gratuitamente provocatori, ma ero altrettanto convinto che la gente ne avrebbe colto il senso. Del resto etimologicamente amen significa: in “verità”, “certamente”, “così è”.
Non restava che trovare l’anello di congiunzione con il tema della “partenza”. Abbiamo deciso di osare fino in fondo, perché questa “verità” andava mostrata con determinazione: la Madonna dei Martiri (ennesima coincidenza vuole che Aritmia dia immediatamente successiva ai giorni della festa della Madonna) rappresenta i nostri ricordi, le nostre radici, quel senso di appartenenza collettivo ancora vivo nelle comunità degli emigrati del dopoguerra sparsi nei cinque continenti. Un senso di appartenenza che rischia di fare le valigie”
Stefano Ciannamea
Direttore Creativo Aritmia Mediterranea
La tematica della nona edizione del festival di Aritmia Mediterranea, che da sempre unisce la migliore musica alternativa all’impegno sociale, è dedicata alla riflessione sull’emigrazione delle giovani generazioni, problematica molto sentita soprattuto al sud italia. Il progetto grafico, partendo dalla tagline “da qua se ne vanno tutti” (citazione della canzone di Caparezza dedicata alla stessa tematica) costruisce una comunicazione fortemente simbolica, mescolando sacro e profano e creando un forte legame con il territorio. Il collage del visual, provocatorio ma mai dissacrante, raffigura la statua della “Madonna dei Martiri”, patrona della città (il festival si svolge negli stessi giorni della festa patronale) in procinto di partire con il suo trolley rosso. Più di un secolo fa, quella “stessa” valigia è stata trasportata da genitori e nonni di tanti molfettesi, mentre oggi i loro discendenti scelgono, o sono costretti a riprenderla in mano per realizzarsi nella vita, lontano da casa. A chiudere il cerchio, la formula liturgica, che coincide incredibilmente con l’acronimo “Aritmia Mediterranea Edizione Nove”.
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